Speciale del TG2 andato in onda pochi giorni prima della fine di Carosello, ossia il 28 dicembre 1976 alle ore 21:30 sulla Rete 2 (oggi Rai 2). Non è mai stato replicato ma spezzoni di questo speciale vengono spesso usati in documentari riguardanti Carosello e negli extra di vari DVD.
Con una chiave un po' nostalgica, il programma propone interviste a colori fatte ad alcune persone che hanno lavorato direttamente a Carosello assieme a immagini di repertorio, tirando le somme su cosa è stato Carosello per gli italiani durante i suoi venti anni e cercando di capire perché è stato deciso di abolirlo.
C'è un'annotazione da fare: lo speaker dice, erroneamente, che la trasmissione è iniziata a settembre, anziché a febbraio, del 1957.
Carosello proponeva un mondo ideale, con famiglie felici, bambini sani e sorridenti, situazioni stereotipate, nessun adulterio, ma di fatto non c'era nemmeno l'intenzione di fare qualcosa di importante dal punto di vista etico ed estetico. Mostrava una società molto lontana dalla realtà, in fondo c'erano già i telegiornali che proponevano la vera realtà costellata da brutture, quindi quei dieci minuti non erano così deleteri. È bene tenere a mente comunque che in Carosello c'era anche tutto il miglior cinema del momento.
Era una trasmissione attesa alla fine della giornata dalla maggior parte del pubblico (certamente non tutti lo apprezzavano), un appuntamento fisso soprattutto per i bambini, e le ditte facevano a gara per potervi partecipare. Ma allora perché è stato abolito? Forse proprio perché era una trasmissione tanto amata quanto diseducativa secondo i moralisti.
Lo speciale mostra poi una serie di spot americani che danno così agli italiani un'idea di come si fa la pubblicità in America, nella speranza che però in Italia non avvenga mai che gli spot interrompano le trasmissioni televisive. Speranza vana.
Enza Sampò parla della sua partecipazione a Carosello e racconta che, da sondaggi effettuati all'epoca, l'immagine che proponeva, con pantaloni e capelli corti, era quella di donna troppo decisa, fallocratica, che non rispecchiava la casalinga a cui si doveva rivolgere, per cui le chiesero di mettere la gonna e allungarsi i capelli.
Solvi Stubing, la famosa bionda che per anni ha interpretato i caroselli della Peroni con il noto slogan "Chiamami Peroni, sarò la tua birra", ritiene che Carosello non l'abbia danneggiata ma anzi l'ha resa nota al grande pubblico. Racconta poi alcuni aneddoti legati alle registrazioni, ad esempio quando in una scenetta doveva emergere dalle acque del mare di Gaeta ma era febbraio: dovette bere due bottiglie di cognac per riuscire a tuffarsi in acqua. Dice infine che la decisione di non continuare a fare questa pubblicità dopo 5 anni fu sua in quanto voleva cimentarsi a fare altro, anche altri tipi di pubblicità con l'esclusione di formaggi, dentifrici, o deodoranti, ma ben venga lo champagne.
Cesare Polacco è contento che il suo nome sia legato a Carosello perché gli ha dato una certa notorietà, e ammette che sebbene abbia lavorato in teatro per anni, è grazie alla sua partecipazione a Carosello che la gente lo ricorda, ritenendo normale che sia così dal momento che la televisione entra nelle case in modo capillare.
Paolo Ferrari viene intervistato nella sua bella casa e dice che è grazie alla pubblicità che ha potuto permettersela. Dice che però si sente etichettato per la pubblicità che ha fatto (l'omino che si butta sul materasso Permaflex, e poi il detersivo Dash). Persino quando recita a teatro deve fare attenzione a non dire frasi che facciano scatenare battute.
Nada è una dei numerosi cantanti che hanno partecipato a Carosello. Dice che la sua esperienza la ritiene neutra, non le ha dato di più nè tolto qualcosa dal momento che si limitava a cantare le sue canzoni nella loro versione originale, non ha mai cantato gli slogan o canzoni pubblicitarie, e non si è mai mostrata usando il prodotto che nei suoi caroselli veniva reclamizzato.
Ubaldo Lay dice che agli industriali piaceva molto il personaggio del tenente Sheridan che interpretava negli sceneggiati TV in quanto era uno della strada che lottava per sistemare le cose. Il problema è che ormai la gente lo ha identificato con il personaggio per cui qualunque lavoro, anche teatrale, lui faccia viene sempre visto come il tenente Sheridan, quindi si sente un po' chiuso in quel personaggio.
Il regista Alfredo Angeli viene intervistato durante le riprese dei nuovi spot pubblicitari che sostituiranno Carosello e che ritene siano più puri e rigorosi secondo i canoni inglesi e americani. Dice che se Carosello si fosse adeguato diventando un momento unico, senza divisione tra spettacolo e codino, e trattando argomenti legati al prodotto pubblicizzato, probabilmente non sarebbe stato abolito. Parla poi dei caroselli che ha fatto, ricordando volentieri il primo con Lilli Cerasoli per il dentifricio Colgate in cui proponevano storie d'azione e film spettacolari.
Con una chiave un po' nostalgica, il programma propone interviste a colori fatte ad alcune persone che hanno lavorato direttamente a Carosello assieme a immagini di repertorio, tirando le somme su cosa è stato Carosello per gli italiani durante i suoi venti anni e cercando di capire perché è stato deciso di abolirlo.
C'è un'annotazione da fare: lo speaker dice, erroneamente, che la trasmissione è iniziata a settembre, anziché a febbraio, del 1957.
Carosello proponeva un mondo ideale, con famiglie felici, bambini sani e sorridenti, situazioni stereotipate, nessun adulterio, ma di fatto non c'era nemmeno l'intenzione di fare qualcosa di importante dal punto di vista etico ed estetico. Mostrava una società molto lontana dalla realtà, in fondo c'erano già i telegiornali che proponevano la vera realtà costellata da brutture, quindi quei dieci minuti non erano così deleteri. È bene tenere a mente comunque che in Carosello c'era anche tutto il miglior cinema del momento.
Era una trasmissione attesa alla fine della giornata dalla maggior parte del pubblico (certamente non tutti lo apprezzavano), un appuntamento fisso soprattutto per i bambini, e le ditte facevano a gara per potervi partecipare. Ma allora perché è stato abolito? Forse proprio perché era una trasmissione tanto amata quanto diseducativa secondo i moralisti.
Lo speciale mostra poi una serie di spot americani che danno così agli italiani un'idea di come si fa la pubblicità in America, nella speranza che però in Italia non avvenga mai che gli spot interrompano le trasmissioni televisive. Speranza vana.
Enza Sampò parla della sua partecipazione a Carosello e racconta che, da sondaggi effettuati all'epoca, l'immagine che proponeva, con pantaloni e capelli corti, era quella di donna troppo decisa, fallocratica, che non rispecchiava la casalinga a cui si doveva rivolgere, per cui le chiesero di mettere la gonna e allungarsi i capelli.
Solvi Stubing, la famosa bionda che per anni ha interpretato i caroselli della Peroni con il noto slogan "Chiamami Peroni, sarò la tua birra", ritiene che Carosello non l'abbia danneggiata ma anzi l'ha resa nota al grande pubblico. Racconta poi alcuni aneddoti legati alle registrazioni, ad esempio quando in una scenetta doveva emergere dalle acque del mare di Gaeta ma era febbraio: dovette bere due bottiglie di cognac per riuscire a tuffarsi in acqua. Dice infine che la decisione di non continuare a fare questa pubblicità dopo 5 anni fu sua in quanto voleva cimentarsi a fare altro, anche altri tipi di pubblicità con l'esclusione di formaggi, dentifrici, o deodoranti, ma ben venga lo champagne.
Cesare Polacco è contento che il suo nome sia legato a Carosello perché gli ha dato una certa notorietà, e ammette che sebbene abbia lavorato in teatro per anni, è grazie alla sua partecipazione a Carosello che la gente lo ricorda, ritenendo normale che sia così dal momento che la televisione entra nelle case in modo capillare.
Paolo Ferrari viene intervistato nella sua bella casa e dice che è grazie alla pubblicità che ha potuto permettersela. Dice che però si sente etichettato per la pubblicità che ha fatto (l'omino che si butta sul materasso Permaflex, e poi il detersivo Dash). Persino quando recita a teatro deve fare attenzione a non dire frasi che facciano scatenare battute.
Nada è una dei numerosi cantanti che hanno partecipato a Carosello. Dice che la sua esperienza la ritiene neutra, non le ha dato di più nè tolto qualcosa dal momento che si limitava a cantare le sue canzoni nella loro versione originale, non ha mai cantato gli slogan o canzoni pubblicitarie, e non si è mai mostrata usando il prodotto che nei suoi caroselli veniva reclamizzato.
Ubaldo Lay dice che agli industriali piaceva molto il personaggio del tenente Sheridan che interpretava negli sceneggiati TV in quanto era uno della strada che lottava per sistemare le cose. Il problema è che ormai la gente lo ha identificato con il personaggio per cui qualunque lavoro, anche teatrale, lui faccia viene sempre visto come il tenente Sheridan, quindi si sente un po' chiuso in quel personaggio.
Il regista Alfredo Angeli viene intervistato durante le riprese dei nuovi spot pubblicitari che sostituiranno Carosello e che ritene siano più puri e rigorosi secondo i canoni inglesi e americani. Dice che se Carosello si fosse adeguato diventando un momento unico, senza divisione tra spettacolo e codino, e trattando argomenti legati al prodotto pubblicizzato, probabilmente non sarebbe stato abolito. Parla poi dei caroselli che ha fatto, ricordando volentieri il primo con Lilli Cerasoli per il dentifricio Colgate in cui proponevano storie d'azione e film spettacolari.
C’era una volta Carosello