Dialetti e cadenze dialettali sono stati usati parecchio in Carosello; questa fu una scelta che andava in controtendenza rispetto al restante linguaggio televisivo, epurato di ogni espressione dialettale, ma che fu fortemente voluta, come spiega Roberto Gavioli, fondamentalmente per due motivi: avvicinare lo spettatore ai prodotti coinvolgendolo maggiormente, in modo simpatico, divertente e forse più comprensibile in un periodo in cui le differenze linguistiche italiane erano ancora marcate, toccandolo così direttamente nelle sue radici, e mantenere vivo l'uso del dialetto per non perdere le identità locali, il sapore di certe espressioni e, in definitiva, la cultura della propria terra.
Troviamo così il milanese di "Dura minga" con Ernesto Calindri e Franco Volpi per la China Martini, il romano nella divertentissima "Bice racconta e dice" con Bice Valori per l'olio di semi Oio e nelle canzoni stonatissime di Gigetto con Ninetto Davoli per Saiwa, l'accento piemontese nelle avventure del Signor Veneranda con Macario per il brandy Stock, il genovese di Gilberto Govi con il suo personaggio di Baciccia per il Tè Ati.
Ma anche nei cartoni animati è stato fatto uso del dialetto: la forte cadenza romanesca di Caio Gregorio per Rhodiatoce, il bolognese del Professor Vero, l'accento genovese di Capitan Trinchetto per Recoaro, il siciliano del Vigile Concilia per il brodo Lombardi e il veneto di Gianciotto per Rosso Antico, della mamma di Calimero per il detersivo Ava e del troglodita per il brodo Lombardi.